Green Talks è un format che si propone di raccontare le storie di startup, imprese virtuose, e personalità che si sono distinte nel campo della sostenibilità ambientale e dell’innovazione digitale.
Per il nostro quinto appuntamento abbiamo scelto di intervistare Serena Giacomin, attivista climatologa che da anni si schiera a difesa del pianeta, del clima e della corretta informazione a riguardo.
Abbiamo chiacchierato con lei in qualità di presidente dell’Italian Climate Network e di meteorologa, per conoscere tutti gli aspetti del suo lavoro e la sua opinione sulla questione climatica.
Sei certamente una persona particolarmente attenta alle problematiche ambientali: qual è il tuo background e quali sono le radici del tuo impegno a difesa del Pianeta?
“Mi sono laureata in fisica e successivamente specializzata in climatologia. Dopo mi sono avvicinata al tema climatico e ho infatti scelto di frequentare un master sulle energie rinnovabili e l’efficienza energetica.
Il mio interesse per la climatologia trova radici nella mia passione per la vela e per il mare in generale.
Grazie al mio lavoro ho potuto indagare svariati temi legati alla climatologia e alla meteorologia e mi sono resa conto di come i dati che queste due discipline ci forniscono possano essere usati a nostro vantaggio in molti modi diversi. Per portare un esempio, l’ultima innovazione tecnologica che sfrutta dati meteorologici si chiama black box, un oggetto di domotica che sfrutta dati e previsioni per pilotare e quindi ottimizzare l’utilizzo energetico della propria casa.
Questo è solo uno dei tantissimi esempi di tecnologie che sfruttano dati meteorologici e climatici, e proprio per questo invito tutti ad approcciarsi queste due discipline, spesso erroneamente considerate la medesima cosa.”
Quando e come nasce il progetto Italian Climate Network? E come ne sei diventata presidentessa?
“Innanzi tutto, ci tengo a dire che Italian Climate Network compirà 10 anni proprio questo mese e infatti siamo già all’opera per organizzare un evento che arriverà dopo l’estate. Siamo impegnati in attività di educazione e divulgazione per una società migliore, ma ciò che ci distingue è la nostra solida e rigorosa base scientifica.
Ci teniamo molto a far sì che tutte le attività a difesa del pianeta e del clima vengano pubblicizzate: oltre a fare le cose è importante renderle pubbliche, per dare il buon esempio e spronare tutti ad impegnarsi sempre di più.
Per quanto riguarda il ruolo di presidentessa, diciamo che mi ci sono ritrovata, ma ho accolto la sfida. Questa è una posizione che si traduce in tantissime responsabilità, ma anche altrettante soddisfazioni.”
Da meteorologa, cosa pensi delle anomalie climatiche che ultimamente stanno colpendo il nostro pianeta? E ancora, le aziende come potrebbero intervenire nella questione climatica?
“Non c’è nulla di positivo in ciò che sta succedendo intorno al globo, i disequilibri climatici sono evidenti: sono tornata recentemente a visitare un ghiacciaio in Svizzera e ho constatato con i miei stessi occhi di quanto fosse arretrato con il passare degli anni.
Il problema oltre che strettamente climatico è anche di percezione: il cambiamento climatico è oggi, e molti ancora non se ne sono resi conto.
In primis le aziende dovrebbero prendere coscienza dei problemi che ci circondano e dovrebbero iniziare a sfruttare tutti quei dati che la climatologia e la meteorologia forniscono.”
L’anno scorso è uscito un tuo libro intitolato “Pinguini all’equatore…. perché non tutto ciò che senti sul clima è vero”. Cosa ti ha spinto a scrivere un libro e qual è il messaggio che deve restare ?
“Cose del genere nascono dalle opportunità che capitano nella vita. Ho lavorato a questo libro a quattro mani con Luca Perri, bravissimo astrofisico nonché mio caro amico. Su un tema pesante come quello climatico è necessario cambiare i modelli comunicativi per cercare di arrivare anche ai più piccoli. Il nostro libro è stato pensato per smontare tutte quelle bufale sul clima che girano in rete: si parla di scienza e di clima in una chiave di lettura ironica e seria allo stesso tempo.
Il mio più grande obiettivo è sempre stato quello di riuscire ad arrivare ai ragazzi con temi delicati come questo, e visto il successo avuto dal libro speriamo di esserci riusciti.”