Green Talks è un format che si propone di raccontare le storie di startup, imprese virtuose e personalità che si sono distinte nel campo della sostenibilità ambientale e dell’innovazione digitale.
Per questo appuntamento abbiamo scelto di intervistare il team di Ortika Clothing: una cooperativa – nata nel modenese nel 2019 – fondata su una visione comune del lavoro e del concetto di impresa sostenibile. Ringraziamo tutto il team di Ortika Clothing per la chiacchierata.
Cos’è Ortika Clothing e come nasce? Da quale background provengono i founder?
Ortika Clothing è una Cooperativa di Comunità dell’Appennino Modenese nata nel 2019. Ortika nasce dal sogno di un gruppo di persone animate dal pensiero che un nuovo modo di intendere l’impresa e il lavoro è possibile, basato sulla collaborazione, sulla condivisione, sul rispetto della vita in tutte le sue forme. Un modello che permetta all’essere umano di manifestare il proprio talento.
Ortika è un progetto rivoluzionario.
Rivoluzionare per noi non significa necessariamente distruggere per poi ricostruire, ma anche ritornare a un punto di partenza arricchiti di nuove competenze, proseguendo sulla strada dell’evoluzione. Con Ortika stiamo facendo esattamente questo: riappropriarci di quell’antica sapienza andata perduta con la delocalizzazione, non in ottica nostalgica, ma innovandola attraverso gli strumenti e le conoscenze attuali.
Ortika produce abbigliamento in fibra naturale di Ortika e vuole rappresentare una rivoluzione nell’ambito della moda, rivoluzionando il concetto stesso di marginale.
L’obiettivo è quello di portare all’interno del territorio locale tutta la filiera produttiva: dalla coltivazione delle materie prime alla creazione del filato, dalla filatura dei capi alla loro commercializzazione.
Ad oggi, l’economia del consumismo sfrenato basa la sua stessa esistenza sullo scarto, sono più numerose le risorse che buttiamo rispetto a quelle realmente utili, di cui c’è un reale bisogno. Tutto ciò che non serve ad un singolo processo, tutto ciò che non conosciamo e crediamo inutile, viene erroneamente considerato marginale. Diventiamo noi stessi marginali nel momento stesso in cui dimentichiamo chi siamo e ci uniformiamo a schemi definiti “vincenti”. In questa nuova ottica – purtroppo sempre più pregnante – diventa marginale anche la nostra terra, l’Appennino, che da sempre ha voluto emulare le Alpi, perdendo pian piano di identità e unicità; marginale diventa il talento umano da sempre asservito all’esperienza e considerato quindi irrilevante; marginale è la pianta di ortica, un arbusto universalmente diffuso ma non conosciuto, considerato infestante e quindi estirpato.
I founder di Ortika derivano da ambiti professionali e campi di esperienza molto diversi tra loro. Questa diversità rappresenta da un lato una sfida, in quanto è stato necessario saper unire in modo costruttivo le differenze, ma dall’altro lato lo viviamo come un arricchimento, grazie alla possibilità di condividere diverse esperienze e pareri. Ci sono quindi i soci agricoltori, che coprono la parte agricola, tre soci fondatori, e i soci che si dedicano professionalmente alla consulenza aziendale, area dalla quale nasce l’idea di volere realizzare un nuovo concetto di azienda. Oltre ai soci, Ortika si avvale della professionalità di diversi collaboratori: artigiani e sarti locali, collaboratori dedicati a moda/stile e a marketing/comunicazione.
Il vostro progetto parte da un punto comune e si sviluppa in vari rami differenti. Raccontateci l’esperienza di lavorare contemporaneamente in settori così diversi tra loro.
Il progetto è articolato in diversi rami in effetti, da un lato la parte legata all’agricoltura, all’esigenza di trovare agricoltori disposti a credere in questo progetto e a mettere a disposizione una parte del proprio terreno da dedicare alla coltivazione di ortica. Dall’altro lato si trova l’azienda, ovvero la sezione di Ortika che crea e realizza abiti dalla fibra di ortica, ma anche tisane e prodotti per la pelle con tutto ciò che della pianta non è utilizzabile per l’abbigliamento. Queste due sfere, apparentemente distanti, sono in realtà interconnesse. Senza la coltivazione delle piantine di ortica infatti non sarebbe possibile realizzare niente di ciò che oggi proponiamo sul mercato. Il nostro sogno è quello di ricostruire nel nostro territorio l’intero processo produttivo, andando a ritessere quel sistema tessile che negli anni 60 è stato un tratto distintivo della storia del nostro Appennino. Attualmente siamo in contatto con enti di ricerca nazionali ed europei per riuscire ad includere anche la trasformazione della fibra in filato, che ad oggi è ancora gestita da una terza parte.
Il progetto Ortika è un progetto fortemente creativo e stimolante dove ogni collaboratore ha la possibilità di esprimere il proprio talento e proporre nuove idee e percorsi. Lavorare su rami differenti come l’agricoltura e il mondo del tessile, della moda, della ricerca e dello sviluppo, è sicuramente una grande sfida ,specialmente in un mercato non semplice come quello attuale; una sfida che affrontiamo con determinazione, fieri di avere intrapreso un percorso che cerca di valorizzare il territorio locale e le figure professionali ed artigianali che in esso gravitano.
Volendo tracciare un profilo, qual è il target a cui Ortika si riferisce?
Inizialmente il target di riferimento di Ortika era quello dei Millennials. Da un po’ di tempo il campo si è ristretto verso il consumatore responsabile da un punto di vista sostenibile: ad oggi, i nostri clienti sono principalmente persone che in un capo di abbigliamento cercano non solo la quantità ma specialmente la qualità. Ortika Clothing produce abiti alla moda che vengono realizzati cercando di ridurre al massimo l’impatto generato in termini di utilizzo di materie prime, di scarti prodotti, di trasporti e di riutilizzo. Allo stesso tempo siamo molto attenti al concetto di benessere: mettiamo in primo piano il benessere dei lavoratori, dei collaboratori, del territorio in cui viviamo ma anche del consumatore finale. Per questi motivi possiamo dire che Ortika Clothing si rivolge a quei consumatori interessati ad una moda sostenibile sotto tutti i punti di vista.
La fashion industry rappresenta una delle industrie più inquinanti al mondo. A vostro parere, come dovrebbero comportarsi e, concretamente, che azioni dovrebbero intraprendere le aziende del settore?
Ormai sappiamo che l’industria tessile è una delle industrie più inquinanti e nocive al mondo. Ogni anno nel mondo vengono prodotti oltre 100 miliardi di capi di abbigliamento, con gravissime ripercussioni sull’inquinamento delle risorse idriche ma anche inquinamento atmosferico e sfruttamento di materie prime dovute alla produzione e ai lavaggi. Con Ortika, nel nostro piccolo, cerchiamo di mettere in atto azioni concrete che possano avere ricadute positive sul nostro territorio: prediligiamo la qualità degli abiti rispetto alla quantità: ciò significa che un capo di abbigliamento di Ortika anche se apparentemente più costoso, è estremamente durevole; scegliere un nostro capo significa scegliere un capo che poi non finirà in discarica per usura nel breve tempo; realizziamo i nostri prodotti con materie prime e fibre naturali al 100%. La coltivazione della materia prima viene gestita direttamente dagli agricoltori facenti parte del progetto Ortika: questo permette trasparenza e tracciabilità di tutti i passaggi che riguardano la materia prima. Cerchiamo di educare i nostri clienti al concetto di recupero e di riutilizzo: quando non utilizzano più uno dei capi acquistati da noi, possono restituirlo in cambio di uno sconto sull’acquisto successivo. In sostanza, cerchiamo di realizzare un modello di sistema circolare invece che lineare.
Quali saranno le prossime mosse di Ortika e quali gli obiettivi per il futuro?
Già da qualche mese siamo in contatto con enti di ricerca nazionali ed internazionali con l’obiettivo di impostare una metodologia di coltivazione che possa essere ripetibile e riproducibile anche in territori e altitudini differenti, al fine di garantire un quantitativo di fibra che permetta una produzione maggiore rispetto a quella attuale. Ad oggi i Paesi della UE interessati in questo studio sono 3: Francia, Finlandia e Italia, rappresentata da Ortika. Altre ricerche in corso sono invece rivolte all’identificazione di una metodologia innovativa di trasformazione della fibra che sostituisca il tradizionale sistema di macerazione, andandone a ridurre l’impatto ambientale. Da un punto di vista di mercato, il nostro obiettivo nel 2023 è quello di rafforzare il canale distributivo focalizzando l’attenzione sulla relazione umana. Per questo stiamo concentrando le nostre risorse nell’organizzazione di eventi come “home events” poiché sono queste le occasioni che ci permettono raccontare e trasmettere la storia di cui ogni prodotto è la sintesi.