Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia nel 2018 le emissioni globali di anidride carbonica legate alla produzione di energia sono aumentate dell’1,7% raggiungendo un massimo storico di 41,5 miliardi di tonnellate di CO2 prodotta.
Siamo tutti consapevoli della necessità di limitare il consumo di risorse, rendendo ogni attività più efficiente e ogni intervento più sostenibile. All’interno delle strutture sportive è doveroso attuare misure di riduzione delle emissioni di CO2 in favore della salvaguardia del nostro pianeta; grazie ad interventi di efficienza energetica si può supportare la ripresa economica delle strutture sportive, particolarmente colpite dalla crisi generata dalla pandemia di Covid-19.
Consumi energetici delle strutture sportive: da cosa dipendono?
Negli ultimi decenni il settore fitness e wellness si è affermato come uno dei più solidi per la nostra economia. Le strutture dedicate allo sport rappresentano una rete variegata e gli immobili dedicati allo sport, in Italia, sono più di un milione. A livello europeo si calcola che il mondo dello sport pesi per circa il 10% del consumo energetico associato all’edilizia, che a sua volta vale oltre il 40% del fabbisogno energetico complessivo.
La causa è da ricercarsi negli attrezzi, in particolare tapis roulant e cyclette con consumi energetici tra i più elevati; negli impianti di condizionamento delle strutture che ospitano piscine – è necessario mantenere un certo microclima -; nella concorrenza di un mondo sempre più competitivo, impone standard di servizi e comfort elevati.
Per questo motivo il contenimento dei costi energetici è un obiettivo cruciale per l’ambito sportivo. Diventa fondamentale intervenire con attività di efficientamento energetico per ottenere risparmi rilevanti sui consumi di energia elettrica e termica.
Obiettivo risparmio energetico: quali azioni intraprendere?
In Italia ci sono moltissimi impianti sportivi inefficienti dal punto di vista energetico e dei consumi, ma con un’opportunità.
Una riqualificazione è possibile limitare lo spreco delle risorse a disposizione, generando così un minore rilascio di emissioni CO2 in atmosfera. Per rispettare gli ambiziosi obiettivi di risparmio energetico imposti dall’Europa, è necessario non sottovalutare il settore. Questi obiettivi sono raggiungibili intervenendo su diversi aspetti, come quello costruttivo ed impiantistico incrementando le prestazioni dell’involucro edilizio o rinnovando gli impianti, oppure monitorando con appositi software i consumi degli impianti così da poter agire sulla loro riduzione con interventi mirati.
Questione di sostenibilità: come ridurre i consumi nel settore fitness
Per ridurre il consumo energetico negli impianti sportivi si può intervenire con la diagnosi energetica; attività indispensabile per individuare le aree di maggior consumo e definire le azioni correttive da intraprendere. In presenza di piscine è possibile introdurre dei teli isotermici per coprire le vasche nelle ore di non utilizzo; ciò consentirebbe di evitare l’evaporazione dell’acqua contenuta, di ridurre la quantità di acqua da reintegrare e così l’energia da impiegare per riscaldarla.
Per ottimizzare il consumo energetico legato alla climatizzazione degli ambienti potrebbero tornare utili azioni come l’isolamento di pareti e coperture, la sostituzione degli infissi e quella degli impianti di produzione di energia termica.
Si potrebbe ancora agire introducendo sistemi di autoproduzione di energia ed effettuare interventi di revamping per ottimizzare i consumi dell’impianto di illuminazione in spazi indoor e outdoor; oppure sostituire caldaie vecchie con altre più efficienti per ottimizzare il consumo energetico legato alla fornitura di acqua calda da distribuire in spazi e docce o introdurre pompe di calore per riscaldare gli ambienti e le acque sfruttando l’energia delle risorse naturali.
Alcune tecnologie consentono di ridurre notevolmente il consumo di energia, come la cogenerazione; un sistema di produzione simultanea di energia termica ed elettrica che consentirebbe di conseguire un risparmio di energia pari al 30% rispetto alla produzione separata.
Come si sta adattando il settore sportivo alla crisi pandemica?
La pandemia ha costretto alla chiusura di piscine, palestre e strutture sportive, segnando una grossa perdita di incassi ed una crisi senza precedenti.
Le strutture stanno cercando soluzioni e adottando alternative al classico allenamento indoor.
Lezioni su skype o zoom, collegati da casa con il personal trainer, offrendo talvolta la possibilità di noleggiare le attrezzature. Un nuovo approccio che gli amanti dello sport hanno accolto in molti casi piacevolmente, rivalutando ove possibile il modo di partecipare alle attività.
Per quanto possa affermarsi una nuova modalità, come quella online, il futuro delle attività sportive ha bisogno di una ripresa economica e questa è possibile solo tornando a vivere lo sport sì in maniera tradizionale, ma senza trascurare il valore di quanto abbiamo appreso quest’anno. Anche il settore sportivo, per rilanciarsi, deve sposare un approccio green, volto ad un uso più sano e razionale delle risorse energetiche.