Tutte le specie animali che popolano il nostro pianeta danno e ricevono un numero più o meno equivalente di risorse nel rispetto dell’ambiente in cui nascono, crescono e muoiono. L’unica eccezione a questa regola è data dalla razza predatrice della Terra: la razza umana. Il pianeta ogni 365 giorni produce un numero limitato di risorse rinnovabili e ogni anno queste risorse vengono terminate in meno giorni rispetto all’anno precedente, ciò significa che questo trend va necessariamente invertito.
Tutti i calcoli relativi al consumo di queste risorse sono a cura del Global footprint network (Gfn), un’organizzazione internazionale che si occupa di contabilità ambientale e del calcolo dell’impronta ecologica. Secondo la Gfn, l’umanità ogni anno sta consumando l’equivalente di 1,6 pianeti e questa cifra dovrebbe salire a 2 pianeti entro il 2030. Dall’inizio degli anni 70, l’umanità ha iniziato a consumare più di quanto la Terra potesse produrre e da allora il giorno in cui le risorse terminano si avvicina sempre di più.
La data viene calcolata tenendo conto delle esigenze dell’umanità, emissioni di carbonio, terreni coltivati, uso delle foreste e non solo, paragonandole alla biocapacità del pianeta, ovvero la capacità di rigenerare le risorse e assorbire le emissioni di CO2.
Grazie alle misure restrittive che la pandemia da Covid-19 ha reso necessarie in quasi tutti i paesi del mondo, nel 2020 l’Overshoot day è caduto in data 22 Agosto. Ciò significa che con l’arrivo della pandemia il pianeta ha “risparmiato” quasi un mese rispetto all’anno precedente, nel 2019 infatti l’umanità aveva esaurito il budget a sua disposizione il 29 Luglio.
Il Global Footprint network e il calcolo della data
Chiaramente non tutti i paesi del mondo producono ed inquinano allo stesso modo e infatti la Gnf si occupa anche di calcolare l’Overshoot day di ogni singolo paese. Ad esempio, il giorno x per l’Italia nel 2020 è arrivato il 14 Maggio, quasi due mesi e mezzo in anticipo rispetto alla data dell’Overshoot day mondiale. Ciò significa che, mantenendo uno stile di vita “italiano”, per arrivare a fine anno servirebbero le risorse di 2,7 Terre.
Per calcolare il Giorno del Sovrasfruttamento di ogni singolo Paese, è necessario confrontare l’impronta ecologica degli abitanti e la biocapacità globale, cioè la capacità del pianeta di rigenerare le risorse per ogni singolo abitante. Quando l’impronta ecologica di un popolo supera la biocapacità del pianeta, allora la nazione è in deficit ecologico. Volendo ancora soffermarci sul nostro Paese, l’Italia ha una biocapacità per abitante di 0,9 gha ( ettari globali, unità di misura della biocapacità) e un’impronta ecologica per abitante di 4,4 gha, ne deriva che l’Italia ha un deficit ecologico di 3,5 gha.
L’unico modo per invertire questo trend, che va peggiorando di anno in anno, è provare a limitare i danni nei settori in cui sappiamo di essere meno attenti: storicamente in Italia i settori più inquinanti sono quelli alimentari e quelli dei trasporti.
Se l’impegno di ognuno di noi riuscisse a far guadagnare al nostro Pianeta anche un solo giorno rispetto all’anno precedente, allora potremmo dire che ne sarà valsa la pena.
A proposito dell’impegno di ognuno di noi, è giusto ricordare che sul sito del Global Footprint Network è possibile calcolare il proprio personale Overshoot Day: questo innovativo tool permetterà a ciascuno di noi di rendersi conto del reale impatto che la nostra vita ha sull’inquinamento del nostro Pianeta.